mercoledì 27 luglio 2011

Predicted famine

Dall'Economist una mappa interattiva sulla situazione di siccità e carestia nel Corno d'Africa: le sezioni Current famine e, specialmente, Predicted famine ci avvertono che non c'è più tempo da perdere.








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lunedì 11 luglio 2011

Labendela

"Labendela", una canzone di lotta contro la fame e la malnutrizione, cantata dal duo maliano Amadou and Mariam, testimonials del World Food Program.



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domenica 10 luglio 2011

Appello per il Sudan

Condivido volentieri l'appello di alcuni missionari comboniani pubblicato su Nigrizia.it in occasione della nascita del nuovo stato africano del Sud Sudan.

"Il 9 luglio 2011 verrà proclamata l'indipendenza del Sud Sudan, il 55° stato dell'Africa. È con gioia che salutiamo questo giorno dopo tanta sofferenza e morte! «Ci sono voluti 191 anni di lotte per arrivare a questo traguardo - così ha sostenuto in un messaggio alla nazione il primo presidente del nuovo stato Salva Kiir Mayardit».


È infatti dal 1820 che i popoli del Sud Sudan hanno lottato contro schiavisti e colonizzatori, sia arabi che europei. Ma anche dopo l'indipendenza del Sudan (1956), il Sud resistette ai regimi oppressivi di Khartoum con due guerre civili, durate quasi 40 anni. Guerre spaventose che hanno fatto almeno due milioni di morti e milioni di rifugiati. L'accordo di pace fra il Nord e il Sud del Sudan siglato a Nairobi nel 2005, prevedeva anche un referendum in cui i popoli del Sud potessero liberamente esprimersi sul loro futuro. (Purtroppo il popolo nuba, che aveva lottato con il Sud, non è stato incluso in questo accordo!).


Il 9 gennaio 2011 il Sud Sudan ha tenuto in maniera pacifica quel referendum che ha sanzionato quasi all'unanimità l'indipendenza. Il regime di Khartoum, nella persona di Omar El-Bashir, anche se ha formalmente accettato il verdetto, ha mal digerito quella soluzione. Ed ora sta rendendo la vita difficile al nuovo stato che i vescovi cattolici hanno definito «una unica nazione di tante tribù, lingue e popoli».


Il governo di Khartoum, sta infatti scatenando una guerra militare ed economica contro il Sud. Il 21 maggio scorso, dopo due giorni di pesanti bombardamenti, le Forze armate sudanesi, hanno occupato la cittadina di Abyei, al confine tra i due stati, ricca di petrolio e di importanza strategica. Ben 100.000 persone sono fuggite. Sembra che, tramite l'Unione africana si sia raggiunto il 21 maggio un'intesa che prevede l'invio ad Abyei di 4.000 caschi blu dell'Onu e il ritiro dei soldati di Khartoum. Il governo di Khartoum ha poi deciso che, a partire dal primo giugno, tutti i soldati Spla (Esercito di liberazione del Sud Sudan) trovati nelle regioni del Nord, dovevano consegnare le loro armi o essere attaccati.


Particolarmente toccata da questa decisione è la regione dei Monti Nuba, nel Nord del paese, dove vivono popolazioni nere che hanno combattuto con il Sud per l'indipendenza. Riteniamo che nessun popolo in Africa abbia così tanto sofferto come i nuba, asserragliati sulle colline del sud Kordofan. Il tentativo dell'esercito sudanese di disarmare i sodati nuba ha spinto, il 5 giugno, l'esercito di liberazione dei Monti Nuba ad occupare gran parte del territorio. La reazione dell'esercito sudanese è stata feroce: pesanti bombardamenti, arresti, esecuzioni sommarie. L'aeroporto di Kadugli (la capitale della regione) è stato chiuso, la pista di Kauda (importante per le agenzie umanitarie) è stata bombardata. Molte chiese sono state saccheggiate e distrutte.


Per di più il governo di Khartoum ha deciso la guerra economica contro il nuovo stato: chiusura delle vie di comunicazione verso il Sud dove ora scarseggiano i viveri e il carburante.

Noi missionari/e comboniani abbiamo vissuto e viviamo sulla nostra pelle questi avvenimenti, fin da quando il nostro fondatore S. Daniele Comboni, ha fatto di quella terra la sua terra, scelta pagata con la vita (1881). E pagata anche da tanti missionari/e sepolti nella valle del Nilo. Per questo, mentre esultiamo con i popoli del Sud Sudan per l'indipendenza, tanto agognata, chiediamo al popolo italiano di solidarizzare con questo nuovo Stato che ora inizia il suo nuovo cammino. Una nazione fra le più povere del pianeta, ma con immense potenzialità. Altresì chiediamo al governo italiano di rivedere i suoi forti legami (per il petrolio!) con il regime di Khartoum di Omar El-Bashir, che ora potrebbe ripetere i crimini commessi in Darfur, anche contro il popolo Nuba. Infatti è in atto un «genocidio Nuba», così afferma il vescovo anglicano di Kadugli, Andudu Adam Elnail, è in atto la «distruzione del nostro stile di vita e della nostra storia».


Davanti a questi eventi noi missionari/e comboniani chiediamo prima di tutto alla Chiesa italiana di dedicare una domenica invitando tutti i cristiani a pregare in solidarietà ai popoli del Sudan, in particolare al popolo Nuba. Altresì chiediamo al mondo associativo sia laico che cattolico di mobilitarsi in difesa dei diritti umani del popolo sudanese, specie dei nuba.


E a voi giornalisti , che potete così tanto nella vostra professione, noi missionari/e comboniani chiediamo di divulgare queste importanti notizie che riguardano sia il Sudan che il Sud Sudan, con particolare attenzione al popolo nuba. Con l'augurio che il Nord e il Sud Sudan ritrovino pace e giustizia.


Primi firmatari


P. Fernando Zolli, mccj
P. Alex Zanotelli, mccj
Fr. Enrico Gonzales, mccj


Per adesioni scivere a:

fernando.zolli@gmail.com

egir@hotmail.com

Nigrizia - 05/07/2011

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lunedì 4 luglio 2011

Se avete qualche minuto...

...vale certamente la "pena" di ascoltare queste telefonate.

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Con i lavoratori della Lucchini di Piombino

Tutta la mia solidarietà ed il mio appoggio: davanti al futuro di 3000 persone (ed altrettante famiglie) nessuno ha il diritto di voltarsi dall'altra parte.


Da: Il Tirreno del 4 luglio 2011:
Pagina 9 - Toscana
Lucchini, digiunano in due
Dopo il sindacalista protesta un operaio-consigliere comunale
Oggi fabbrica ferma e corteo per spingere le banche a un accordo


PIOMBINO. A Mirko Lami, coordinatore delle Rsu Fiom della Lucchini di Piombino che sta proseguendo lo sciopero della fame, si aggiunge un altro digiunatore: Paolo Francini, consigliere per la Sinistra di Castagneto Carducci. Lami ha smesso di mangiare venerdì scorso (beve soltanto acqua e assume integratori, sotto controllo medico) per richiamare l’attenzione sulla situazione del Gruppo Lucchini, sospeso tra la ristrutturazione del debito da 770 milioni e l’apertura delle procedure di amministrazione straordinaria.
Domani, nel corso del vertice convocato nella sede del ministero allo Sviluppo economico, le banche decideranno se sostenere il piano di ristrutturazione. Il sindacalista Fiom ha scelto questa forma di protesta eclatante per mettere pressione sugli istituti di credito.
Ingerirà soltanto liquidi anche Paolo Francini, operaio di 49 anni di Donoratico, anche lui dipendente della Lucchini, che dalla mezzanotte di ieri ha iniziato la protesta. Da anni impegnato in battaglie per l’occupazione, per i diritti degli stranieri, per la promozione di una cultura di pace, ha sempre fatto della piazza il luogo dove concentrare rabbia, slogan e proposte. E ora torna a far sentire la sua voce in difesa dei 3000 posti di lavoro a rischio della Lucchini.
«E’ il momento - spiega Francini - in cui ognuno è chiamato a fare il massimo, a partire da chi, con un ruolo o l’altro, fa parte delle istituzioni. Per questo, come capogruppo consiliare della Sinistra per Castagneto, oltre che come dipendente Lucchini, sento il dovere di unire la mia protesta a quella di Mirko Lami».
I lavoratori della Lucchini di Piombino stanno vivendo ore drammatiche: siamo oramai ad un passo dalla chiusura della fabbrica. «Se succederà - spiega Francini - più di tremila persone avranno davanti solo lo spettro della disoccupazione e un intero territorio, compreso Castagneto, subirà conseguenze sociali senza eguali».
Oggi gli operai della Lucchini si fermeranno, dalle 14 alle 16, per lo sciopero indetto da Fim, Fiom e Uilm. In corteo raggiungeranno quindi lo spartitraffico di viale Unità d’Italia, a Piombino, dove è prevista un’assemblea. Iniziative di protesta si svolgeranno anche negli altri stabilimenti italiani del Gruppo: Trieste, Condove, Lecco e Bari. La pressione dei lavoratori è questa volta diretta alle banche, che da mesi tengono il futuro della Lucchini appeso ad un accordo sulla ristrutturazione del debito di 770 milioni di euro. Il nuovo ultimatum scade domani.

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venerdì 1 luglio 2011

Anch'io non voglio essere cancellato


Il 6 luglio l'AgCom voterà una delibera con cui si arrogherà il potere di oscurare siti internet stranieri e di rimuovere contenuti da quelli italiani, in modo arbitrario e senza il vaglio del giudice.
Siccome, con ogni evidenza, si tratta di una misura degna dei peggiori regimi, sarebbe il caso di rimboccarsi le maniche per evitare che venga approvata.






Cosa puoi fare:
  • se sei un blogger scrivi un post, usando il logo che vedi qua sopra e riportando tutti i link, e diffondilo più che puoi tra quelli che conosci;
  • vai alla pagina di Agorà Digitale in cui sono raccolti tutti i link, le iniziative e le proposte dei cittadini;
  • firma e diffondi la petizione sul sito di Avaaz;
  • partecipa e invita tutti i tuoi amici a "La notte della rete": 4 ore no-stop in cui si alterneranno cittadini e associazioni in difesa del web, politici, giornalisti, cantanti, esperti.
Grazie a Metilparaben e a Piovono rane.

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